
Agosto. L’ottavo mese dell’anno.
Il mese che durante l’infanzia racchiude in sé 31 giorni di estate piena e spensierata.
31 giorni che si riducono a due settimane in età adulta … solo per i più fortunati.
Nell’immaginario Agosto coincide con la chiusura.
Degli uffici, delle scuole, del negozio sotto casa, del dentista (evviva).
Le città si svuotano, il caldo la fa da padrone e tutto si ferma.
La storia no.
La storia continua anche d’estate, anche ad Agosto.
Ecco allora nelle prossime puntate della nostra rubrica qualche evento avvenuto proprio durante il mese di Augusto, mentre il mondo se ne stava sdraiato al sole o con i piedi a mollo in un ruscello di montagna.
1 AGOSTO 1981
“Ladies and gentlemen, rock and roll”.
Queste le prime parole di John Lack per presentare al mondo la sua creazione, MTV.
Per noi ultime generazioni un canale che ci ha insegnato a vedere la musica, oltre che ad ascoltarla.
Scorrono le prime immagini.
Sulle note di quella che sarà la sigla del nuovo canale, viene mostrato lo sbarco del primo uomo sulla luna con in mano unaa bandiera ed il logo ancora oggi impresso nella nostra memoria.
Colori accesi in continuo movimento; chiunque stia guardando deve avere l’impressione di assistere ad un momento televisivo storico.
Ironia della sorte, al momento del lancio, solo un centinaio di persone con una tv via cavo nel New Jersey riescono a sintonizzarsi con successo.
Ma le trasmissioni ormai sono iniziate.
Ed è tempo di musica.
Il primo video ad essere mandato in onda è “Video Killed the Radio Star” (altra ironia della sorte?) dei The Buggles.
La canzone del gruppo, che anticipò i suoni degli anni ‘80, non fu scelta a caso.
I The Buggles erano una delle poche band a realizzare già videoclip per i loro singoli e la canzone in questione godeva ancora di grande successo a due anni dalla sua uscita.
Inutile a dirsi, da quel 1 Agosto la strada per MTV fu in discesa.
2 AGOSTO 1955
Ci siamo passati tutti.
Prima di imparare ad allacciarsi le stringhe, chi prima chi dopo, unica soluzione erano le scarpe con il velcro.
Che avessero le luci, il nostro personaggio dei cartoni preferito … la fantasia non contava, bastava che i lacci fossero a strappo.
E proprio il 2 Agosto del 1955 venne brevettato il Velcro (dalle parole francesi velours = velluto e crochet = uncino) ad opera del suo inventore, l’ingegnere elettrico svizzero George de Mestral.
Pare che l’idea gli sia venuta al ritorno da una gita in campagna.
Una volta a casa, si accorse di avere attaccati alla giacca fiori di bardana, i quali, analizzati al microscopio, mostravano minuscoli uncini sul calice che ne permettevano una diffusione e dispersione dei semi anche su più lunghe distanze.
Mestral ne intuì le potenzialità e sviluppò un sistema di chiusura composto di due parti: una prima striscia di stoffa composta da uncini che si incastrava perfettamente ed automaticamente con una seconda striscia provvista di asole.
E poiché le prime versioni in cotone risultarono essere poco pratiche, il tutto venne perfezionato e prodotto in nylon e poliestere.
Mamme e bambini di tutto il mondo ringraziano.
4 AGOSTO 1892
Lizzie Andrew Borden ha ormai 32 anni.
Vive ancora nella sua casa d’origine con la sorella maggiore Emma, il padre Andrew e la matrigna, Abby.
Dopo vent’anni, la morte della madre rimane difficile da digerire, così come il secondo matrimonio di Andrew.
Quest’ultimo, invece di essere una figura paterna presente ed esemplare, è di una grettezza e taccagneria ai limiti del pensabile.
La famiglia Borden possiede banche, terreni e fattorie, ma vive come se fosse sul lastrico.
Nessuna carrozza o cavalli per spostarsi in città, nessun bagno in casa e totale assenza dell’acqua corrente, una spesa inutile a sentire il capofamiglia.
Lizzie e la sorella trascorrono le giornate come recluse e l’amaro in bocca aumenta alla decisione sconvolgente del padre di regalare una proprietà a parenti della nuova moglie.
E se il 4 Agosto inizia come un giorno normale, si conclude in tragedia.
Abby ed Andrew Borden vengono ritrovati da Lizzie e dalla domestica, assassinati con numerosi colpi d’ascia nella loro abitazione.
Durante il processo tutte le prove sono a sfavore proprio di Lizzie.
Solo lei e la sorella avrebbero tratto benefici finanziari da una dipartita dei genitori; Emma, però, si trovava lontano da casa al momento degli omicidi.
E se in casa viene ritrovata l’arma del delitto perfettamente lucidata , alcuni testimoni dicono di aver visto Lizzie bruciare un vestito, indossato apparentemente proprio il 4 Agosto.
Tutto questo non convince la giuria, che dichiara l’imputata innocente.
Lizzie lascia la corte da donna libera … e ricca.
Le sorelle Borden trascorsero il resto dei loro anni insieme in una grande e moderna dimora, con bagno e acqua corrente.
5 AGOSTO 1914
Semafori a tre colori, semafori per le biciclette, con omini stilizzati o che indossano un cappello.
Le luci che regolano il traffico sono ormai numerosissime ovunque e diventano ogni giorno più moderne ed intelligenti.
E nonostante siamo abituati a pensare che siano presenti sulle nostre strade da sempre, anche i semafori hanno avuto un loro inizio nella storia.
Il primo modello risale al 1868.
A Londra venne installata una lanterna a gas rotativa che alternava rosso e verde, con cartelli di giorno e illuminazione di notte.
Ad inventarla fu l’ingegnere ferroviario John Peak Knight, che già dal 1866, anno in cui nella capitale inglese si registrarono 1102 morti e 1334 feriti a causa di incidenti stradali, iniziò a pensare ad uno strumento per dare un ordine al caos sempre maggiore delle città.
Questo antenato primordiale resse per sole tre settimane; nel 1869 esplose ferendo agli occhi il poliziotto incaricato di avviarlo e venne rimosso per sempre nel 1872.
Il primo semaforo elettrico fece la sua comparsa, invece, a Cleveland tra la 105ª strada Est e la Euclid Avenue.
La diffusione dell’automobile fu la spinta finale.
Ancora due soli colori e gestione manuale, ma comunque un grande passo avanti.
Si dovranno aspettare ancora due anni per semafori automatizzati e gli anni ‘20 per l’aggiunta del temutissimo giallo ai colori già installati.
6 AGOSTO 1918
Nel carcere di Auburn viene usata per la prima volta su un umano la sedia elettrica.
Già nel 1887 una commissione dello stato di New York si era riunita con lo scopo di trovare un nuovo modo per infliggere la pena capitale.
L’impiccagione richiedeva troppo tempo; la morte non era immediata.
Ghigliottina e fucilazione, seppur più veloci, non erano sufficientemente “umane” … sì avete capito bene…
L’allora governatore di New York, David Hill, si ricordò di un’ intuizione giunta al suo orecchio tempo prima.
Un’intuizione di un dentista di Buffalo, il quale, appresa la notizia della morte di un impiegato della Brush Electric Light per mano di scariche elettriche, pensò (e come non fare altrimenti) ad una sedia che potesse fare lo stesso con i condannati.
Una morte rapida e sicura.
Hill propose la realizzazione di una tale sedia a niente di meno che Thomas Alva Edison.
Quest’ultimo, inizialmente, cercò di dirottare l’idea sul rivale George Westinghouse, con il bieco fine di dimostrare quanto la corrente alternata fosse in grado di uccidere in modo istantaneo, precludendone così l’utilizzo in campo civile.
Westinghouse, dal canto suo, appena intuito il piano diabolico, lasciò il progetto, che rimase nelle mani del solo Edison.
E dopo varie sperimentazioni su animali, William Kemmler fu il primo uomo a subire l’elettroesecuzione.
L’imputato, condannato alla pena capitale per l’uccisione della moglie, il mattino del 6 Agosto, dopo una colazione e qualche preghiera, si accomodo’ su una sedia da 2000 volt, dalla quale non si sarebbe più alzato.
8 AGOSTO 1969
Per i Beatles è un periodo difficile.
Pur essendo all’apice del successo, sono reduci da una grave crisi interna.
Non a caso sarà proprio di quest’anno il loro ultimo album realizzato in uno studio di registrazione.
Paul McCartney decide di riunire la band il 26 Aprile ad Abbey Road e ad Agosto, a lavori quasi terminati, il fotografo Iain MacMillan realizza uno scatto che ormai non ha più bisogno di presentazioni.
4 strisce pedonali e McCartney, Lennon, Starr ed Harrison che attraversano la strada.
Non era questa l’idea originale.
I Beatles avrebbero dovuto posare ai piedi del monte Everest.
Furono i tempi stretti a cambiare il destino.
Paul McCartney abbozzò su un foglio il piano B e MacMillan comprese al volo.
Alla band servirono sei scatti per raggiungere il risultato sperato.
E nacque così un album iconico, immortale. L’unico nella carriera del gruppo musicale inglese a non avere in copertina alcun titolo.
Ed intorno a quest’album gravitano poi le varie leggende sulla presunta morte di McCartney; leggende delle quali avrete sentito dissertare in lungo e in largo.
Piedi scalzi, un becchino, un santone ed un’enigmatica targa automobilistica.
Potreste non aver sentito parlare invece di un quinto personaggio presente nella famosa copertina.
Quel personaggio è Paul Cole, un turista americano inquadrato per sbaglio durante lo scatto.
L’uomo, intervistato all’età di 92 anni, ammise non solo di non aver riconosciuto i Fab Four, ma di aver pensato anche che fossero solo “a bunch of kooks”, un gruppo di cretini su uno stupido attraversamento pedonale.
“Non ho mai ascoltato Abbey Road. Preferisco la musica classica.”
Appuntamento al prossimo venerdì per scoprire nuovi fatti ed eventi del mese estivo per eccellenza …