
Suggerimenti per un primo approccio all’arte.
La reazione più comune di fronte ad un’opera d’arte è l’imbarazzo. Quante volte mi è capitato di vedere persone in un museo fissare un dipinto con il naso all’insù e il disorientamento scritto in faccia! La risposta a questo imbarazzo è la fotografia. È bello portarsi a casa un ricordo di Botticelli o di Monet per poter dire “io l’ho visto!” (siamo davvero sicuri di averlo visto?), ma è ancora più bello avere qualcosa da fare di fronte alla “cosa” per cavarsi d’impaccio e mostrare, almeno davanti agli altri, che, sì, quell’opera è davvero straordinaria che ne vale una fotografia. D’altronde a chi non è capitata la frustrazione di guardare qualcosa e non capirla, di avere davanti un oggetto muto, e di sentirsi ignorante? Soprattutto quando si presuppone di dover essere in grado di comprenderlo? Se poi capitano didascalie che invece di chiarire le idee generano ancora più confusione, il senso di inadeguatezza e di estraneità rischia di far abbandonare qualsiasi buona intenzione.
Che fare dunque?
Potremmo cominciare pensando, ad esempio, di prenderci un po’ di tempo e provare ad avere meno pregiudizi possibili su quello che stiamo per osservare. Le opere d’arte possono trasmettere contenuti universali, ma sono anche figlie del proprio tempo. Se nell’arte medievale e rinascimentale incontriamo spesso Madonne ci sarà un motivo. Ed esso sta nella necessità di quei secoli di soddisfare la devozione e di stimolare la fede e la preghiera attraverso immagini sacre. Dovevano ancora venire i tempi in cui gli artisti potevano creare i propri soggetti in libertà, erano i committenti che direzionavano le loro scelte!
Proseguendo, potremmo poi decidere di dedicarci solo a opere che stimolano la nostra curiosità. In un museo non si guarda mai tutto in un colpo solo, diffidare di chi osserva centimetro per centimetro tutti i quadri e le statue in rassegna. Non si ricorderà neanche la metà di quello che ha visto.
Per rispondere subito al primo quesito – cosa sto guardando? – meglio leggere il cartellino a lato dell’opera che enuncia il soggetto e ci libera da ogni dubbio. I temi spesso sono religiosi, mitologici o inerenti a fatti di storia realmente accaduti. Magari non conosciamo la vicenda o il personaggio rappresentato, ma potremmo saperne di più osservando.
Poniamo il caso di stare di fronte alla Madonna dei pellegrini di Caravaggio. Scegliamo un punto di inizio per l’osservazione. Il volto della Vergine, per me, ma potrebbe essere qualsiasi altro dettaglio. Partendo, quindi, da un elemento a piacere, possiamo cominciare una panoramica circolare di quello che vediamo, in modo da evitare di far rimbalzare gli occhi a destra e sinistra come una pallina da pingpong senza aver fissato nulla in testa. Iniziamo a capire cosa si sta svolgendo sotto i nostri occhi: una coppia di pellegrini sta implorando la Madonna con il Bambino. Chissà se pregano per un figlio, la salute, una grazia, qualche soldo in più.
Nella panoramica possiamo aver notato che anche la Vergine è vestita sobriamente, e sta dove? Sull’uscio di una porta di casa qualunque? In effetti tutto questo potrebbe sembrarci poco sacro. Il Bambino è già grandicello, e i pellegrini? Hanno i piedi sporchi di terra, le facce di due popolani. Forse non è proprio quello che ci saremmo aspettati da una rappresentazione religiosa. Se poi ci soffermiamo sulla composizione cosa ci salta subito all’occhio? Credo i piedi zozzi o il didietro dell’uomo, un po’ indecoroso no? Per fortuna la scena è in diagonale, altrimenti avremmo avuto tutto direttamente sbattuto sotto il naso.
Adesso osserviamo la luce. Potremmo pensare di trovarci a una rappresentazione teatrale con questa specie di occhio di bue che illumina i personaggi, lasciando tutto il resto in ombra. O magari potremmo sentirci un po’ inquietati per via di questo forte contrasto di luci e di ombre scure.
Se poi ci si concentra sui colori vediamo che non è proprio un trionfo di vivacità e varietà. Tutti toni sul marrone. I colori della terra e della quotidianità della povera gente. Ma sono il blu e il rosso che abbigliano la Vergine? Lei sembra distinguersi.
Ecco a questo punto, quasi senza accorgercene abbiamo considerato i primi dati di stile, che poi null’altro sono che il modo di ottenere gli effetti desiderati nella realizzazione dell’idea. Forsenon sapremo nulla di chi ha commissionato l’opera, del perché profondo per cui Caravaggio scegliesse di rappresentare soggetti sacri in modo così brutalmente quotidiano e vero, nemmeno che usava modelli presi dalla strada o che nel suo studio c’era una sola finestra in alto, aperta per creare il fascio di luce (in ogni caso nulla vieta di approfondire poi con dei libri, anzi). Magari, però, l’idea che Caravaggio non rappresentasse Santi e Madonne in modo sfarzoso e convenzionale ce la siamo fatta, che fosse anche un po’ impertinente pure (quei piedi!) e anche che amava toccare le corde dell’animo con una visione spettacolare ed empatica,rappresentando il sacro nel modo più possibile vicino alla realtà che lo spettatore conosceva.
Allenare l’osservazione è il primo passo per comprendere un’opera d’arte, stimolare la curiosità e imparare a distinguere i soggetti. Non è tutto, ma dite poco rispetto a quella fastidiosa situazione di imbarazzo iniziale? Forse ci siamo anche emozionati, abbiamo sentito che quei sentimenti espressi ci riguardano. Adesso sì, possiamo scattarci una fotografia, che a questo punto ci serve solo per ricordo.
LA PROSSIMA SETTIMANA
“COME SI GUARDA UN’OPERA D’ARTE, PARTE 2: LA SFIDA DELL’ARTE CONTEMPORANEA”
CONSIGLI DI LETTURA
E. H. Gombrich, La storia dell’arte, Londra, 2008
SU CARAVAGGIO PER COMINCIARE
F. Frangi, Caravaggio a Roma e il primo caravaggismo, in Lezioni di Storia dell’Arte. II. Dall’Umanesimo all’età barocca, Milano, 2002
QUANDO SARETE UN PO’ PIÙ ESPERTI
R. Longhi, Caravaggio, a cura di G. Previtali, Roma, 2006
F. Bologna, L’incredulità di Caravaggio, Torino, 2006
CONSIGLI DI VISIONE SU CARAVAGGIO
Potete trovare le 12 puntate dedicate all’artista e raccontate dallo storico dell’arte Tomaso Montanari su Rai Play a questo link
https://www.raiplay.it/programmi/laveranaturadicaravaggio/