I miserabili

Il titolo di questo film non può non richiamare alla mente l’opera di Victor Hugo insieme alle sue celebri trasposizioni cinematografiche, di cui l’ultima è il musical capolavoro diretto da Tom Hooper nel 2012. Ma che cos’hanno in comune la pellicola dell’esordiente regista Ladj Ly, già attore, e la storia narrata nel grande romanzo francese?  Niente. Tranne il fatto che siamo sempre a Montfermeil, periferia di Parigi, un luogo dove il tempo passa ma non sembra cambiare nulla.

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Martin Eden

È nel 2019 che si affaccia sul grande schermo il secondo lungometraggio di Pietro Marcello, Martin Eden, preceduto da Bella e Perduta del 2015. Il film prende le mosse dall'omonimo romanzo di Jack London (1909) e vede protagonista niente meno che uno dei più grandi attori italiani degli ultimi anni, Luca Marinelli, vincitore della coppa Volpi a Venezia proprio per questo ruolo.

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A Portrait

The close friendship between the English film Director Derek Jarman and Christopher Hughes, Director of Photography, was strengthened on the sets of The last of England (1987) and The Garden (1990). These two artists have a multifaceted personality and an unusual sensibility. Jarman was a writer, painter and filmmaker who blurred the lines between art and cinema, without ever forgetting his first love, gardening. An example of which is the unforgettable Prospect Cottage’s Garden in Dungeness, Kent, today a house-museum and one of the locations for the short film directed by Carlotta Beck Peccoz.

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Colette al cinema #4

Paul Dano lo conosciamo tutti come attore. Ormai vanta una filmografia notevole (ricordiamo Il petroliere, 12 anni schiavo, Swiss army man e Okja), ma forse non tutti sanno che da un paio di anni ha compiuto il fatidico salto dietro la macchina da presa. Molti attori, ad un certo punto della loro carriera, scelgono di sperimentare questo affascinante mestiere, sebbene non sempre con buoni risultati. Non è il caso di Paul Dano, che con la sua opera prima Wildlife ha dimostrato un promettente talento non solo come regista, ma anche come sceneggiatore.

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Colette al cinema #3

Paul Dano lo conosciamo tutti come attore. Ormai vanta una filmografia notevole (ricordiamo Il petroliere, 12 anni schiavo, Swiss army man e Okja), ma forse non tutti sanno che da un paio di anni ha compiuto il fatidico salto dietro la macchina da presa. Molti attori, ad un certo punto della loro carriera, scelgono di sperimentare questo affascinante mestiere, sebbene non sempre con buoni risultati. Non è il caso di Paul Dano, che con la sua opera prima Wildlife ha dimostrato un promettente talento non solo come regista, ma anche come sceneggiatore.

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Colette al cinema #2

Paul Dano lo conosciamo tutti come attore. Ormai vanta una filmografia notevole (ricordiamo Il petroliere, 12 anni schiavo, Swiss army man e Okja), ma forse non tutti sanno che da un paio di anni ha compiuto il fatidico salto dietro la macchina da presa. Molti attori, ad un certo punto della loro carriera, scelgono di sperimentare questo affascinante mestiere, sebbene non sempre con buoni risultati. Non è il caso di Paul Dano, che con la sua opera prima Wildlife ha dimostrato un promettente talento non solo come regista, ma anche come sceneggiatore.

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Colette al cinema #1

Paul Dano lo conosciamo tutti come attore. Ormai vanta una filmografia notevole (ricordiamo Il petroliere, 12 anni schiavo, Swiss army man e Okja), ma forse non tutti sanno che da un paio di anni ha compiuto il fatidico salto dietro la macchina da presa. Molti attori, ad un certo punto della loro carriera, scelgono di sperimentare questo affascinante mestiere, sebbene non sempre con buoni risultati. Non è il caso di Paul Dano, che con la sua opera prima Wildlife ha dimostrato un promettente talento non solo come regista, ma anche come sceneggiatore.

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Come si guarda un’opera d’arte: la sfida dell’arte contemporanea
Michelangelo Pistoletto, La venere degli stracci, 1967
Fonte: Arte.it

Come si guarda un’opera d’arte: la sfida dell’arte contemporanea

Quante volte abbiamo sentito la frase “va beh ma sta roba so farla anch’io” riferita ad un’opera d’arte contemporanea! Credo non si possano contare. In effetti l’arte degli ultimi centovent’anni pone molte difficoltà interpretative, che spesso sono ridotte alla denigrazione e alla banalizzazione di cosa si sta guardando. Il che è quasi paradossale, perché l’arte contemporanea parla di noi, del nostro tempo, e dovrebbe pertanto risultare meno criptica rispetto a quella dei secoli passati.

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La Repubblica Italiana al cinema

In occasione della festa della Repubblica una breve rassegna di film che racconta l’Italia dalla fine del secondo conflitto mondiale sin quasi ai giorni nostri. Attraverso un focus sui “protagonisti invisibili” queste pellicole ci spingono a pensare al nostro recente, ma mai troppo interiorizzato passato...

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Come si guarda un’opera d’arte

La reazione più comune di fronte ad un’opera d’arte è l’imbarazzo. Quante volte mi è capitato di vedere persone in un museo fissare un dipinto con il naso all’insù e il disorientamento scritto in faccia! La risposta a questo imbarazzo è la fotografia. È bello portarsi a casa un ricordo di Botticelli o di Monet per poter dire “io l’ho visto!” (siamo davvero sicuri di averlo visto?)

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