Colette al cinema #4

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UNO SGUARDO SU KANTEMIR BALAGOV

Classe 1991 e due lungometraggi vincitori a Cannes del premio FIPRESCI1 nel 2017 e nel 2019 nella sezione “Un certain reguard”, Kantemir Balagov si presenta sotto le luci della ribalta come uno dei più giovani e promettenti talenti cinematografici. Allievo di Aleksandr Sokurov, la storia della sua ammissione alla scuola di cinema di questo grande maestro russo già odora di leggenda. Impegnato all’università di Nal’čik, città dove è nato e cresciuto, Balagov scrive a Sokurov pregandolo di considerare i suoi primi lavori come regista e di ammetterlo alla scuola di cinema sebbene il percorso sia già iniziato. Entra al terzo anno e poco tempo dopo si diploma.

Nel 2017 il primo lungometraggio, Tesnota, opera di una disarmante maturità, considerando l’età e l’esperienza di questo ragazzo. Nella pellicola Balagov mostra una visione chiara, personale, che non teme il confronto con i grandi maestri. Il film racconta di una famiglia ebrea che vive a Nal’čik nel 1998. La giovane figlia Ilana (Darya Zhovnar) fatica ad adeguarsi alle tradizioni e sente parecchio la pressione dei genitori, in particolare quella della madre. Un peso che diventa quasi insostenibile quando il fratello David e la fidanzata vengono rapiti con la richiesta di un riscatto molto alto. La comunità ebraica volta le spalle alla famiglia e la responsabilità ricade su Ilana incoraggiata a un matrimonio di convenienza. Di qui il titolo Tesnota, che significa vicinanza ma anche senso di costrizione.

Il dramma si consuma quasi senza far rumore, tra emozioni trattenute, esperienze di passaggio e serate con gli amici dove, attraverso filmati di esecuzioni da mattatoio, le vicende politiche che riguardano i contrasti tra Russia e Cecenia irrompono con un carosello di muta brutalità. 

Il linguaggio di Balagov in questo film è essenziale, marcato. Le predilette inquadrature di schiena contribuiscono all’ermetismo delle emozioni e al loro autoimposto contenimento. Gli scorci arditi, come quello di Ilana piangente vista attraverso una rampa di scale, pongono un filtro tra lo spettatore e i personaggi, impedendo qualsiasi reazione catartica.

Un percorso stilistico, questo, che si evolve nel 2019 con il secondo lungometraggio, La ragazza d’autunno (Dylda), storia quasi surreale di due donne, Iya (Viktoria Miroshnichenko) e Masha (Vasilisa Perelygina), che nel 1945 sul finire del secondo conflitto mondiale, vivono un’intima e distorta, per certi versi, amicizia. Elemento scatenante delle loro azioni è la morte improvvisa del figlio che Masha, durante la sua permanenza al fronte, aveva affidato a Iya. Inizia così la ricerca morbosa di una nuova maternità, che vuole essere un bilanciamento delle parti, e di un timido tentativo di affermazione sociale. Anche qui, come in Tesnota, le emozioni e le reazioni non sono subito comprensibili, ma a differenza del primo film, i sentimenti celati trovano sfogo in canali totalmente inconsueti. Il punto di vista di Balagov assume un’impronta ancora più personale, tanto a livello tecnico quanto a livello di sceneggiatura. Ritornano in ruoli minori Olga Dragunova e Veniamin Kac, a costituire un pindarico fil rouge con Tesnota. I piani sequenza che alternano campi ristretti a campi più ampi, le inquadrature talvolta ardite e i primi piani fissi sui volti particolarissimi delle protagoniste sono le parole chiave che si susseguono in tutto il film. Un film giocato interamente sui colori del giallo e del verde. 

Sicuramente Balagov non è un cineasta che metterà d’accordo tutti, almeno non nel grande pubblico. Il suo percorso sembra evolversi in fretta, in un crescendo di situazioni estreme e stranianti. Con grande curiosità attendiamo di vedere dove ci porterà il suo prossimo lungometraggio.

TESNOTA

LA RAGAZZA D’AUTUNNO

NOTA:
È il premio assegnato dalla Federazione internazionale della stampa cinematografica. Oltre al premio FIPRESCI Balagov ha ottenuto il premio come miglior regia a Cannes nel 2019, sempre nella sezione “Un certain regard”, per La ragazza d’autunno. Le due attrici Viktoria Miroshnichenko e Vasilisa Perelygina hanno ottenuto il riconoscimento di migliori attrici al 37° Torino Film Festival.

ELGA ACERNO

Writer
Laureata in Beni Culturali, appassionata di arte, letteratura, cinema, musica e danza.
Lavora come bibliotecaria presso la Biblioteca Civica del proprio paese
e collabora con l'Amministrazione per iniziative culturali e sociali,
legate soprattutto al museo etnografico
che gestisce insieme ad altri colleghi.