
Fonte foto copertina: Neil Patel Blog
Vi è mai capitato di scrollare il feed dei social e di trovare contenuti di carattere di attualità seri, di soffermarvi a leggerli, trovarli interessanti e passare oltre senza mettere mi piace e senza commentare?
Perchè? Eppure l’argomento vi ha convinto, vorreste sostenere la causa, magari è persino una questione che vi sta a cuore e vi tocca direttamente nella vita quotidiana. Cioè, per dire, il like al video dei gattini gliel’avete appena messo… che va benissimo, ma perchè invece non lo si mette anche all’articolo che parla di fuoriuscite di petrolio in Russia o al rischio di un’estinzione di massa? O alla lotta per i diritti di persone sfruttate sul lavoro, nella vita, ovunque si voglia.
E’ possibile che esista un bias intrinseco dei social per cui se viene veicolato un contenuto di carattere negativo e la main reaction proposta sia un “like” sorga una contrapposizione semantica nel lettore ed allontani il suddetto dall’interazione al post di contenuto negativo?
Non le conto neanche più le volte in cui ho pensato “ecco, questo è un argomento interessante dovrei dire la mia” oppure, leggendo un commento con cui mi trovo in disaccordo “ ma cosa sta dicendo ‘sto qua? Dovrei intervenire” per poi capitolare con il retropensiero imperante che mi dice “forse non sei abbastanza informato sull’argomento, forse chi scrive ne sa 100 volte più di te, taci che fai più bella figura”.
Omertà. Disfatta. Resa.
La sensazione di chi ha speso troppe parole senza ottenere alcun risultato, essere colpevolizzato per la propria opinione e cultura perchè “ecco qua è arrivato il professorone che si crede chissà chi” se si tenta di argomentare in modo scientifico una tematica. E allora, se consideriamo i social mezzi potenti e veicoli di contenuti in grado di spostare le opinioni non si dovrebbero lasciare in mano agli haters da tastiera o agli “inconsapevoli” utenti che discorrono di questo e di quello a seconda del main theme della settimana. Ci deve essere una contrapposizione. L’approccio del guarda e passa usato da Dante con gli ignavi poteva andare bene nel 300 ma non nel 2020 in cui la piazza di paese è in realtà il mondo intero e lo spostamento di opinione può essere generato da qualsiasi parte del globo e trasportato da un butterfly effect di dimensioni senza precedenti.