
Uno sguardo al passato...
L’intera storia dell’umanità potrebbe essere interpretata come un’incessante guerra tra Homo sapiens e agenti patogeni.
Batteri, virus e parassiti, fin dall’alba del genere umano, hanno rappresentato una minaccia invisibile ma potenzialmente devastante. Ciò ha determinato una pressione evolutiva con un conseguente perfezionamento sempre più sofisticato del nostro sistema immunitario, e, inevitabilmente, ciò ha darwinianamente spinto anche i nostri nemici ad organizzarsi con armi sempre più raffinate.
La sfida rimane aperta.
Epidemie e Pandemie sono documentate fin dai tempi più remoti. Una delle più celebri è la peste di Atene, che decimò la città durante i primi anni della Guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) e si portò via, tra i tanti, anche il grande Pericle.
Essa viene descritta con minuzia di dettagli dallo storico greco Tucidide: leggendo dello sconforto, dell’indecisione dei medici, della confusione e il disagio circa l’origine del nuovo e sconosciuto male, è difficile non scorgervi, a oltre due millenni di distanza, delle innegabili somiglianze con l’attuale SARS-CoV-2.
Anche la mitologia non è rimasta certamente immune dall’eco spaventosa delle malattie infettive. Quello più edificante a tal proposito è il mito di Edipo, ben conosciuto attraverso la tragedia di Sofocle “Edipo re”.
Il mito di Edipo
Figlio di Laio, re di Tebe, e Giocasta, venne abbandonato dopo la nascita sul Monte Citerone con le caviglie trafitte (da cui derivò il suo nome, letteralmente “piede gonfio”) per impedire il realizzarsi della profezia secondo cui Laio sarebbe stato ucciso da suo figlio. Nel mito si assiste a questo punto a ciò che in sociologia si definisce “profezia che si autoadempie”, secondo cui atteggiamenti volti ad impedire il verificarsi di una situazione portano proprio alla realizzazione della stessa.
Edipo, trovato da un pastore, fu portato presso il re di Corinto Polibo e sua moglie Peribea, i quali lo allevarono come un figlio.
Divenuto adulto, Edipo ricevette un tremendo responso dall’oracolo di Delfi: «Ucciderai tuo padre, sposerai tua madre». Orripilato, abbandonò Corinto alla volta di Tebe, ignorando che Polibo e Peribea non erano in realtà i suoi genitori biologici.
Poi, lungo la strada scoppiò un diverbio con uno sconosciuto per una futilità, ma Edipo, fiero com’era, vendicò l’affronto uccidendo il rivale. Ignorava però che questi era Laio: si compiva la prima parte della profezia. Giunto a Tebe, scoprì che la città era oppressa dalla terribile Sfinge, che divorava tutti coloro che non riuscivano a risolvere il suo indovinello. «Qual è l’animale che alla mattina cammina a quattro zampe, al pomeriggio a due e la sera a tre?».
Edipo risolse l’enigma: «È l’uomo, che durante l’infanzia gattona, poi deambula bipede e nella vecchiaia si appoggia al bastone». La Sfinge, sconfitta, si uccise per l’umiliazione, e al giovane liberatore fu data in sposa la regina Giocasta, vedova di Laio: ecco avverata la seconda parte della profezia. Il matrimonio tra Edipo e Giocasta andò inizialmente a gonfie vele, ma, dopo alcuni anni, Tebe venne colpita all’improvviso da una tremenda carestia e da una gravissima pestilenza. Venne consultato l’oracolo, come di tradizione nell’antichità: la cagione era l’assassino di Laio. Edipo, ignaro, iniziò addirittura a condurre un’indagine degna di Hercule Poirot nella speranza di scovare il colpevole. Quando la verità venne a galla, Giocasta si impiccò dalla vergogna, ed Edipo, accecatosi con la fibbia del peplo della madre/moglie, lasciò la città.
È difficile non vedere nella vicenda numerosi parallelismi con la storia dell’umanità.
Da creature indifese a padroni del mondo, apparentemente invincibili, per poi farsi dare scacco matto da un virus.
C’è però di più: Edipo è responsabile della pestilenza di Tebe, e soltanto questo smaschererà la sua vera identità portandolo poi alla tragedia.
Anche noi, in parte, rappresentiamo una concausa della pandemia di COVID19. Vediamo in che modo.
Alcune riflessioni sull'attualità
Per quanto sia impossibile qualsiasi affermazione certa, in primis per la mancanza di dati sul numero effettivo di casi, se osserviamo la distribuzione del contagio, possiamo notare una concentrazione in aree geografiche caratterizzate da tratti comuni: maggiore densità abitativa nonché alta percentuale di relazioni interpersonali (cosa ovvia per ogni epidemia), e alti livelli di inquinamento.
Diversi studi, tra cui uno dell’Università di Harvard1, o un altro dell’Università di Siena2 sulla qualità dell’aria nel Nord Italia, mostrano un aumento significativo della mortalità dei pazienti COVID in aree con alti livelli di inquinamento atmosferico. Risultati per altro in linea con quanto dimostrato già nel 20033 durante l’epidemia di SARS-CoV-1, cugino dell’attuale COVID19. Si tratta di una concausa, la cui spiegazione resta oscura, e non è certo il solo imputato per l’attuale disastro mondiale.
Considerando però che l’inquinamento atmosferico è responsabile di oltre 4 milioni di morti in tutto il mondo (dati OMS4), forse, come Edipo, dovremmo iniziare a indagare, riflettendo sull’importanza dell’ambiente. Il secondo punto interessante è osservare come la mortalità dipenda sì dall’età del paziente, ma ancora di più dalla presenza di eventuali patologie pregresse. In questo scenario, praticamente tutti i deceduti per COVID19 presentavano una patologia cronica, con ipertensione, obesità e diabete che la fanno da padrone5. Trattandosi di malattie in gran parte contenibili con interventi di prevenzione e sanità pubblica (promozione di stili di vita più corretti, migliore accessibilità ai servizi sanitari, ecc.), risulta evidente la necessità di investire maggiormente nella salute del cittadino. In Italia solamente il 5% della spesa sanitaria è destinata alla prevenzione e mancherebbero circa 930 milioni di euro per raggiungere risultati soddisfacenti (dati OCSE 2016). Non dimentichiamoci che una popolazione più sana è certamente una popolazione più felice, con una migliore qualità della vita.
Sono sfide necessarie per un futuro dove lo spettro di pandemie, in virtù della crescente globalizzazione e dei mutamenti ambientali progressivamente più spiccati, diventerà sempre più concreto.
Note:
1https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.04.05.20054502v2
2https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0269749120320601?via%3Dihub
3https://ehjournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/1476-069X-2-15
4https://www.who.int/health-topics/air-pollution#tab=tab_1
5https://www.statista.com/statistics/1110949/common-comorbidities-in-covid-19-deceased-patients-in-italy/