Il fatto della settimana: il giovane volto della scienza

Alla fine di ogni anno, il Time, prestigioso settimanale statunitense, assegna la copertina ad una personalità capace di distinguersi dagli altri per quello che è stato il suo operato negli ultimi dodici mesi: si tratta del premio “Person of the Year”, ormai divenuto una consuetudine attesa non solo dai lettori del magazine, ma anche da tutti coloro che seguono l’attualità.

Ripercorrendo l’elenco dei vincitori degli ultimi anni di questo ambito titolo, si leggono nomi conosciutissimi in tutto il mondo, fra cui Barack Obama (2012), Papa Francesco (2013), Angela Merkel (2015), Donald Trump (2016) e la giovanissima leader ambientalista Greta Thumberg (2019); ogni tanto ad ottenere il posto in copertina non è una singola persona, ma un gruppo, come nel caso del 2014, quando il premio venne concesso ai medici impegnati in prima fila nella lotta all’Ebola.

Quest’anno il Time ha deciso di istituire un nuovo riconoscimento, il “Kid of the Year”, da assegnare al più meritevole fra una selezione di più di 5000 cittadini americani di età compresa fra gli 8 e i 16 anni.
Ad aggiudicarsi il traguardo è stata Gitanjali Rao, di anni 15.

La scelta potrebbe sembrare a prima vista demagogica e figlia delle ondate di protesta collegate a movimenti popolari quali Black Lives Matter e Me Too: Gitanjali è una ragazzina di origine indiana, difficilmente accostabile al paradigma dello scienziato tradizionale con capelli, carnagione e camice bianchi; eppure questa giovane donna, intervistata per conto della rivista americana da Angelina Jolie (il vero mistero: non si capisce perché al colloquio con la vincitrice sia andata un’attrice e non un giornalista) si è guadagnata il titolo grazie ai suoi importanti contributi al mondo scientifico.
Pur nella sua verdissima età, la teenager è una scienziata ed inventrice a tutti gli effetti, degna di essere riconosciuta come tale, senza essere sminuita per i suoi anni, la provenienza, la carnagione o il suo genere.

La giovane studiosa, proveniente dal Colorado, vanta nel suo curriculum già il traguardo come Top Young Scientist, ottenuto nel 2017, ad appena 11 anni, per quello che è probabilmente il suo più importante lavoro fino ad oggi: un dispositivo capace di rilevare, tramite l’impiego di nanotubi di carbonio e l’aiuto di un mobile device, la presenza di piombo nell’acqua potabile; un buon uso di questo strumento permetterebbe di identificare risorse idriche contaminate da metalli pesanti e tossici, provvedendo ad un’ulteriore purificazione in grado di diminuire il tenore di specie chimiche che, se risultano essere in concentrazione non trascurabile, possono rivelarsi molto dannose per l’organismo.
I principali punti di forza dell’invenzione di Gitanjali sono il basso costo e la rapidità di utilizzo: in sostanza ci troviamo di fronte ad un kit economico e veloce, sicuramente innovativo rispetto a molti metodi tradizionali (quali la spettroscopia di assorbimento ed emissione atomica o tecniche voltammetriche) nettamente più lenti e dispendiosi.

Il suo impegno si è rivolto anche al sociale, con la creazione di un’app, chiamata Kindly, volta a combattere il cyberbullismo, fenomeno diventato sempre più diffuso e preoccupante nell’ultimo decennio: con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, Kindly è in grado di riconoscere se la frase che hai in mente di dire, o che ti è stata rivolta, potrebbe essere considerata come offensiva.
Un modo per ripensare al peso delle proprie parole prima di effettivamente pronunciarle.

L’anno scorso poi è arrivato un altro grande successo in casa Rao, con l’inserimento di Gitanjali da parte di Forbes, altra famosa rivista di impatto mondiale, nella sua top 30 under 30, ossia fra i trenta maggiori talenti al mondo selezionati fra persone con meno di trent’anni; in questo modo la ragazza è entrata di diritto nell’olimpo dei giovani promettenti da tenere d’occhio per un radioso avvenire.

Le sue idee per il futuro sono già abbastanza chiare: dopo le superiori, attualmente frequentate presso la STEM School Highlands Ranch a sud di Denver, intende iscriversi al MIT (nda: il Massachusetts Institut of Technology di Boston, una delle più prestigiose università scientifiche del mondo), dove vorrebbe perfezionarsi in genetica ed epidemiologia, due argomenti che sono saliti sicuramente alla ribalta nel corso di quest’anno.

Ma il progetto più ambizioso è un altro: divenire la protagonista di un percorso di rinnovamento nel fare ricerca, con la creazione di una comunità globale di giovani innovatori, disposti a collaborare ed unire le forze per risolvere i principali problemi che attanagliano il mondo.

L’esperienza di vita di questa promessa della ricerca tecnologica non deve essere considerata un invito al fai da te nella scienza, materia estremamente complessa e troppo spesso sottovalutata, quanto un fulgido esempio di come chiunque, adeguatamente istruito e spronato, possa lasciare un’impronta importante in questo mondo, superando anche antichi tabù che vedono discipline quali chimica e fisica ancora in gran parte estranee al genere femminile, ritenuto tradizionalmente più portato per gli studi umanistici e letterari.
Oggi invece è più che mai necessario che il maggior numero di persone siano attratte da quest’universo, popolato di formule, teoremi, equazioni ed esperimenti: ragazzi e ragazze, la sfida della scienza, la più grande per l’uomo, vi attende!

EDOARDO ANDREA CANCEDDA

Writer
Bizzarro incrocio fra scienziato e umanista, da sempre coltiva l'hobby di esprimere opinioni
assolutamente non richieste su tematiche più grandi di lui, sentenziando in moda barocco su politica e società.
Alla perenne ricerca di una propria identità partitica, è fermamente convinto che la vita non sia altro
che una partita a scacchi contro il tempo.