
Venti anni fa era impensabile la comunicazione lampo di questi ultimi tempi. Utenti che si scambiano dati da tutto il mondo in meno di pochi secondi!
E’ impressionante pensare a come questo cambiamento tecnologico abbia portato 35 milioni di italiani sui social dal 2006 ad oggi!
I social media hanno trasformato l’informazione radicalmente, semplificandola e rendendola alla portata di tutti. Infatti non è raro trovare persone settuagenarie in rete.
Lo scopo con cui questa evoluzione tecnologica è iniziato, è positivo, una rapida scorciatoia nello spazio-tempo.
Partendo dal concetto stesso di libertà di parola, intesa come possibilità di esprimersi liberamente senza vincoli o timori di essere giudicato, si arriva alla più totale possibilità di esprimere e comunicare le idee ed i pensieri più intimi, mostrando a perfetti sconosciuti ciò che spesso si tende a celare sia per pudore che per paura. Tutto questo ha reso sì possibile quel tanto auspicato ponte rapido tra persone anche lontane, ma anche un libero sfogo a veri e propri alter ego di ciò che è più torbido nella mente umana.
I social media hanno avuto questo effetto, spesso portandolo agli estremi e permettendo alle persone di perdere i cosiddetti ’freni sociali’ , ovvero quei limiti che normalmente non possono essere superati.
Quando lo schermo si illumina, l’utente, magari dopo una lunga giornata di lavoro, si toglie la maschera di tutti i giorni e si “ribella” ai vincoli a cui è quotidianamente sottoposto, diventando totalmente un’altra persona, come se quella lucina artificiale fosse il riflesso della luna platonica sulla pozzanghera, capace di spezzare le catene.
Persone che nella vita non possono o non riescono a reagire ai soprusi, perché svolgono mansioni per loro poco gratificanti, si sentono in dovere di sfogare le loro insicurezze e frustrazioni su altri individui, spesso sfociando nella libera offesa.
Recentemente abbiamo visto parecchi casi di questo tipo come la cooperante tornata in Italia dopo quasi due anni di prigionia, messa sotto scorta dopo aver ricevuto minacce di morte oppure le varie campagne di denuncia contro la cyberviolenza.
Una comunicazione politica fatta da chi urla più forte, da toni duri e foraggiata anche da notizie false ha incentivato tali atteggiamenti. Non è così rado che personaggi politici si siano ritrovati ad avere fratelli o sorelle immaginari e la bacheca delle loro pagine ricolma di insulti.
E’ più facile insultare, più rapido ed incisivo, spesso molto più efficace della semplice discussione, dello scambio di idee. La ragione è di chi urla più forte!
Conseguentemente la capacità di dialogare è giunta ad una rapida involuzione sia per l’avanzata tecnologica, sia per la quotidianità sempre più frenetica, riducendo il contatto reale con il mondo esterno e dimezzando il tempo dedicato alla lettura (6 italiani su 10 leggono meno di un libro all’anno, Istat 2018) .
Non siamo più abituati a guardarci negli occhi, ma solo attraverso a schermi di plastica… Vuoi per lavoro o per svago, il mondo virtuale spesso è il nostro miglior confidente, un amico sempre pronto ad ascoltarci, a capirci, insomma un’illusione di umanità, una parvenza di uomo.