What are you streamin’ about?

PENSIERI, PAROLE (ED OMISSIONI) SUL RAPPORTO TRA MUSICA EMERGENTE E PIATTAFORME STREAMING

Ermanno Capirone, alias Bob Rocket, è un musicista. Anzi, un giovane musicista ed attento osservatore della realtà musicale. Nel muovere i primi passi nel mondo della musica, si è dovuto confrontare con la costante espansione delle fonti di ascolto: il ritorno del vinile, la diffusione delle piattaforme di streaming, il lento declino dei cd. Il tutto vedendo scorrere lungo il fiume del tempo i cadaveri delle musicassette, dei DVD musicali e dei lettori mp3.  

Per indagare il rapporto tra musicisti emergenti e l’industria della produzione (e riproduzione musicale), ma anche per conoscere i vantaggi e gli svantaggi delle piattaforme streaming in confronto alle tradizionali fonti di ascolto, ho chiesto ad Ermanno se volesse essere analiticamente interrogato dal sottoscritto. Quello che segue è il risultato della nostra conversazione. 

Bob Rocket Music
Ermanno Capirone

Prima di tuffarvi nell’intervista, consentitemi di affermare che anche io ed Ermanno, nel nostro piccolo, abbiamo voluto dare un piccolo contributo all’evoluzione della scienza giornalistica. Non più un’intervista in presenza, possibile fonte di trasmissione del virus, ma una conversazione a distanza, da remoto, qualcosa che neanche Andrea Scanzi potrebbe concepire. Insomma, se preferite, state per assistere ad una delle prime smart-interviews della storia della critica musicale. Pare che Ermanno non sappia nemmeno quale sia il mio volto, ma giura di riuscirmi a riconoscere anche negli assembramenti cui prendo felicemente parte assieme ad Andrea Bocelli.  

Da giovane autore e musicista, quale ritieni sia la migliore piattaforma per iniziare a proporre la propria musica?

Ritengo che non ci sia una piattaforma più indicata rispetto ad altre. In ogni caso, per distribuire musica attraverso le piattaforme ormai note, bisogna appoggiarsi ad un distributore digitale come Tunecore, CD Baby, Distrokids & many more che inviano di default le pubblicazioni ai vari Spotify, Apple music ecc. Alcune piattaforme però non sono incluse nella pubblicazione come Bandcamp e Soundcloud. Queste ultime sono ad accesso gratuito da parte degli ascoltatori. La prima permette un contatto diretto con i fan e l’acquisto di musica digitale o merchandise degli artisti mentre la seconda fa parte del mondo creative commons (musica libera da copyright).  In quest’ultimo caso anche se l’artista non riceve proventi dagli stream ha la possibilità di arrivare alle orecchie di molte persone con facilità. Un artista che deve farsi conoscere ha come priorità la diffusione della propria musica al fine di raggiungere più persone possibili e se il progetto è di valore e funziona verrà ripagato in modo diretto da fan e sostenitori. 

Quanto contano le visualizzazioni e/o accessi alla propria pagina personale nelle più note piattaforme streaming?

Sicuramente i numeri contano. Tant’è che se non contassero non verrebbero mostrati sui profili degli artisti. Le piattaforme profilano i numeri, i follower, gli accessi e gli ascolti degli artisti e degli utenti, poi attraverso gli algoritmi interni proporranno agli stessi ulteriore musica in base agli ascolti effettuati. Più sei ascoltato, più verrai ascoltato. 

Quale ruolo rivestono oggi le industrie discografiche? Come intervengono nel rapporto tra il musicista e le piattaforme streaming?

Le industrie discografiche o etichette, nel 2020 solitamente intervengono a progetto già avviato. Se la proposta artistica funziona ma soprattutto, rende economicamente, allora vengono effettuati gli accordi del caso e si avvia il rapporto di collaborazione fra le parti. 

Qual è la tua esperienza, da ascoltatore/consumatore con le piattaforme di musica streaming?

La mia esperienza è contrastante. Penso che siano un ottimo strumento per conoscere nuova musica (se la si cerca ) e chiaramente la possibilità di avere un catalogo così vasto è sorprendente ed allettante.  Allo stesso tempo ho la sensazione di ascoltare tanta musica ma in maniera poco definita, complici le playlist, che mettono nel calderone tanti brani ma scollegati dal loro contesto originale (album, disco). 

Qual è il tuo rapporto con i supporti musicali fisici (cd, vinili)? Ritieni che la qualità della riproduzione sonora sia migliore nei supporti digitali o fisici, oppure indifferente?

Ho sempre ascoltato musica su cd e vinili. Il piacere di tenere un disco tra le mani, l’artwork, il fatto stesso che sia materia fisica esistente e non dati eterei, danno la possibilità all’oggetto di ripresentarsi dopo anni e magari ispirare un nuovo ascolto. E’ un po’ l’effetto libro cartaceo o digitale. Non vorrei risultare anacronistico anzi, apprezzo moltissimo lo sviluppo digitale, ma l’ascolto digital e quello analog su un impianto audio di qualità sono due esperienze e sensazioni totalmente diverse. Il pregio del supporto fisico è sicuramente la qualità audio. Questa qualità è data sia dal formato sia dal fatto che un cd o un vinile devono essere ascoltati in coppia ad un impianto stereo, adibito all’ascolto di musica e non dalle casse scarse di smartphone o laptop.  Per quanto riguarda la qualità artistica vorrei evidenziare che la produzione musicale tiene molto in considerazione il supporto sul quale l’utente finale andrà ad ascoltare il prodotto musicale. Per fare un esempio: se io volessi pubblicare un album composto principalmente da strumenti che producono basse frequenze, su laptop e smartphone non si sentirebbe alcunchè in quanto questi supporti non riescono a riprodurre le basse frequenze, mentre su un impianto stereo si potrebbero ascoltare nitidamente. Ciò vuol dire che le scelte artistiche e di composizione sono condizionate e vincolate dai supporti su cui si ascolterà musica. 

Quali artisti consiglieresti (eventualmente) di ascoltare su un supporto fisico e non solo su spotify e perché?

Su supporto fisico/impianto stereo traggono vantaggio gli artisti di qualità, coloro che sanno effettivamente suonare e sono nella più alta accezione del termine, musicisti. Per capirci mi riferisco ad artisti come Norah Jones, Ennio Morricone, la musica classica e jazz ecc.  Mentre su telefono bucheranno sicuramente meglio Billie EilishAvicii o comunque tutti artisti nativi digitali. Performer eccellenti ma che hanno nella produzione discografica una componente davvero importante di artisticità, che esula dal puro talento musicale. Non c’è un giusto o sbagliato ma sicuramente non potrei mai godere di un concerto di musica classica ascoltato dalle casse del mio telefono. 

Per chiudere in leggerezza, quali sono gli ultimi artisti che hai riprodotto su Spotify o ascoltato su vinile e che vorresti consigliare ai nostri lettori?

Fra i big consiglio Billie Eilish, l’ultimo disco di Norah Jones, The Wars on drugs e Jon Hopkins. 

Fra i big meno conosciuti ed italiani consiglio: Maurizio Chiaro, Emènel, Fusaro, Est-Egò, Salvario, Lo straniero, and many many more ma magari faccio una playlist Spotify di band emergenti! 

SUGGERITO PER LA LETTURA da Luca