Intervista al Media Manager, Nicholas Bena

Nicholas Bena, Media manager, Web Designer e Marketer Freelance, spiegaci in cosa consiste il tuo lavoro.

In breve il mio lavoro è quello di aiutare imprenditori, freelance o piccole imprese ad utilizzare in modo strategico la rete, per raggiungere obiettivi di business specifici. In questo processo mi occupo di definire strategie digitali, di creare e pubblicare contenuti digitali per i social network, di avviare campagne di online advertising (per uscire dal “marketese” mi occupo di avviare campagne pubblicitarie digitali su Facebook, Instagram, LinkedIn e Google) e di sviluppare siti web e landing page (ovvero quelle pagine internet pensate per la pubblicità). Spesso mi trovo a parlare con imprenditori che conoscono molto bene il loro mercato, che hanno molte buone idee e che mi chiedono supporto per realizzarle usando strumenti e strategie “moderne”.

Come vedi il futuro dei social media manager?

Il settore digitale è in continua crescita, sono i dati a dirlo. Con massima probabilità questo campo si svilupperà sempre di più nei prossimi anni. I social media manager sono solo una delle figure professionali legate al digitale che, giorno dopo giorno, diventano sempre più specifiche e settoriali. Sicuramente in futuro vedremo una serie di innovazioni e automazioni di questo settore, che porteranno al declino di alcune figure professionali odierne (vi faccio un esempio concreto: da qualche tempo si sta testando e utilizzando l’intelligenza artificiale per creare pubblicità online, per automatizzare i flussi di e-mail e per creare siti web che rispondono alle esigenze del singolo utente). Dall’altra parte sono sicuro che i professionisti del digitale non spariranno se sapranno stare al passo con i tempi: nel futuro ci sarà un estremo bisogno di figure che sappiano costruire strategie digitali e di figure più tecniche che sappiano mettere mano a quelle infrastrutture informatiche in perenne sviluppo.

Domanda provocatoria. Hai voglia di rispondere a chi dice che il tuo lavoro consiste “solo” nel mettere due foto sui social e scrivere quattro righe sotto?

La visione distorta di questo mestiere è una sfida per tutte le figure che lavorano con i social network. La mia risposta di solito è questa: postare due foto con quattro righe a volte può essere peggio che non essere presenti su internet. La reputazione online è ormai importantissima per chi vende prodotti e servizi e le aziende oggi pretendono un ritorno sul proprio investimento digitale. Questo significa che senza una strategia, senza un piano editoriale studiato nel dettaglio, senza monitorare i dati, senza investimenti pubblicitari, il mio lavoro può essere nel miglior caso inutile, nel peggiore nocivo. Chi lavora bene in questo campo sa che ogni azione sul web può essere monitorata e che quelle metriche e quei dati sono il punto d’inizio dei processi decisionali. Quindi non mi occupo di postare immagini, ma di testare processi di crescita e di reperire dati utili a prendere decisioni.

Andando oltre, credi che la scuola abbia i programmi di studio e gli strumenti adatti a veicolare ed insegnare il valore della comunicazione?

Io ho avuto la fortuna di iniziare a studiare la comunicazione già durante la scuola superiore, ho poi approfondito i miei studi con l’Università, frequentando un corso di laurea magistrale che prepara gli studenti a lavorare a stretto contatto con la tecnologia: la mia risposta non può che essere positiva. Bisogna sempre tenere a mente che ci troviamo nell’era del “long life learning”: è chiaro che, data la velocità dell’innovazione tecnologica, chi lavora con la tecnologia non possa permettersi di smettere di studiare e di imparare.

Siamo in una fase di transizione nella digital communication, tra la generazione dei sessantenni e i quattordicenni c'è un abisso di differenza nel modo di comunicare via web. Pensi che la mancanza di conoscenze in ambito digitale, ovvero tutte quelle che permettono di capire il tipo di comunicazione dei media, possa essere sfruttata dai pubblicitari a scapito di chi è senza “difese” in questo campo?

Sicuramente esistono dei rischi per chi usa internet senza comprenderne appieno la natura. Dall’inizio dei tempi esistono i “truffatori” e oggi si può truffare anche online. Dall’altro lato non credo che chi usa la rete in questo modo abbia vita lunga, perché, per chi conosce le dinamiche di internet, le truffe sono un po’ più palesi ed è quindi più facile individuarle e segnalarle. Personalmente mi sento in dovere di aiutare le persone che non comprendono le dinamiche digitali: questa è una sfida generazionale che dovremmo prendere tutti un po’ più sul serio.

Parliamo di fatti. Ci puoi fare un esempio in termini numerici e di crescita di un lavoro di social media management?

Purtroppo non posso parlare di numeri e di ritorni economici sugli investimenti in senso stretto. Vi posso raccontare che un mio cliente, che da circa 1 anno e mezzo ha iniziato ad investire sulla propria comunicazione digitale, oggi ha triplicato la produzione, ha attivato un servizio di delivery e sta per lanciare un e-commerce con il quale venderà prodotti in tutta Italia. Non tutti i casi sono uguali, ma laddove esiste un imprenditore che sa stare al passo con i tempi, con un ottimo prodotto o servizio e una forma mentis che lo porta a sperimentare nuovi percorsi, il mio lavoro raggiunge i risultati migliori.

Diamo sfogo alla fantasia. Puoi farci un esempio estremo di contenuto e comunicazione di social media management?

Uno dei trend più interessanti del social media marketing aziendale è il “newsjacking”, utilizzato in particolare da Ceres e Taffo. Il processo di comunicazione consiste nel creare contenuti ironici sfruttando le notizie di cronaca e di attualità per attirare l’attenzione sul prodotto. Un esempio dell’ultima ora è quello che riguarda il DPCM del 13 ottobre 2020: Ceres commenta la notizia con un post sulle proprie pagine social con le 5 nuove birre lanciate dall’azienda dicendo “Comunque, festa in casa in 5 si può.”, potete vederlo qui https://bit.ly/2H8cWmy

Se dovessi consigliare un percorso di studi a chi volesse fare il tuo lavoro dove lo indirizzeresti?

Le possibilità di formazione oggi sono molte: esistono ottimi corsi di online, corsi di laurea e master post-universitari che offrono percorsi di studi ad hoc per questo tipo di lavoro. In questo contesto è fondamentale affiancare allo studio teorico anche l’esperienza pratica: anche il progetto più piccolo può aiutare chi studia ad addentrarsi operativamente nelle dinamiche del social media marketing. Per chi invece ha già un minimo di esperienza nel settore, consiglio di sostenere gli esami erogati da Facebook e Google che preparano all’uso delle piattaforme pubblicitarie.

CHI E' NICHOLAS BENA:

Sono Nicholas Bena, sono un appassionato di Comunicazione Digitale, Startup e Digital Marketing, sono laureato in Comunicazione, ICT e Media con una tesi sul growth hacking. Alla fine del mio percorso di studi mi sono accorto che la mia passione è lavorare a contatto con tutti quei progetti imprenditoriali che sanno stare al passo con i tempi, per questo motivo ho iniziato a lavorare come Web Designer & Marketer Freelance.

Potete trovare altre informazioni su di me sul mio sito internet (www.nicholasbena.it) oppure sul mio profilo LinkedIn (www.linkedin.com/in/nicholasbena

ERMANNO CAPIRONE

Writer
Musicista, idealista, appassionato di cosmologia.
Fermo sostenitore del DIY, approccia alla scrittura per puro piacere convinto che la penna ferisca più della spada.
Lavora in piscina e produce musica sotto lo pseudonimo di Bob Rocket